XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Carissimi Amici, nel vangelo di oggi Gesù ci consegna una ammonizione che ci interpella tutti e che non può lasciarci indifferenti: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. Nella discussione tra Gesù e i farisei si percepiscono forti tensioni. “Il suo cuore è lontano da me”.Tutti dobbiamo ammettere questa verità, che noi non controlliamo il nostro cuore. Spesso ci rendiamo conto di questo per la prima volta quando cominciamo a prendere più seriamente la nostra fede e a seguire più da vicino un modo di vita cristiano. Ci stupiamo della nostra tendenza a ripetere gli stessi errori e a ricadere nello stesso peccato. Cominciamo a capire il grido di san Paolo: “Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?”
“Il suo cuore è lontano da me”. Il fine della vita cristiana è l’unione con Dio e l’unità con il prossimo. Per raggiungere questo scopo, dobbiamo innanzi tutto essere liberi dalla schiavitù delle cattive intenzioni. Dobbiamo conquistarci la libertà! Quest’impresa è interamente opera della grazia del Redentore. Così Gesù promette: “Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero”.
La Chiesa cattolica non ha per fine quello di dare spettacolo, ma piuttosto quello di adempiere ad un dovere semplice e divino: la conversione della nostra vita grazie ad un cambiamento di cuore, ispirato dalla grazia. Cari Amici è attraverso la Chiesa che riceviamo la grazia. Essa prega, predica e soffre per un vero battesimo del cuore, a fine di liberarlo perché accolga Cristo. Essa, sull’esempio di Cristo, dona la salvezza al suo popolo.
Santa Domenica a tutti