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Chi è meglio informato oggi? Quanti con ostinazione e con un pizzico di snobismo ritengono che siano più autorevoli e obiettive le fonti tradizionali, come la radio, la televisione e i giornali, o chi, ritenendosi, ovviamente, oltremodo emancipato e moderno, usa gli strumenti digitali con la molteplicità delle possibilità a questi collegati?

E’ convincimento di molti che la lettura dei quotidiani e dei giornali in generale sia ormai superata, che l’informazione televisiva e radiofonica sia in mano alla politica e all’economia, per cui solo l’informazione digitale permette di avere una vasta panoramica di notizie e dati da acquisire e confrontare liberamente. Partiamo da un dato condivisibile, cioè che nei media ognuno cerca e sceglie essenzialmente delle conferme alle proprie opinioni in un confronto e una serie di letture pressochè infinite quanto immediate.  Non sono pochi coloro i quali, considerando più vasto e gratuito il panorama dell’informazione digitale, sono convinti che questa offra migliori garanzie di autonomia all’individuo nella scelta di optare per le notizie che si preferiscono, secondo le modalità che si ritengono più opportune e convincenti. Altri invece sostengono che le notizie e le informazioni online sono “liquide”, senza una vera identità, un’intima consistenza e in continuo divenire, per usare un’espressione cara al sociologo Bauman, secondo il quale, la stessa società di oggi è “liquida”, nel senso che la persona è costretta ad adeguarsi alle attitudini del gruppo per non sentirsi escluso. Sulla stampa e sui mezzi di comunicazione tradizionali, invece, ci troviamo di fronte ad una informazione “solida”. La lettura del giornale, ad esempio, favorisce l’approfondimento e avviene in un segmento di tempo più lungo, mentre quella digitale favorisce una lettura istantanea; inoltre, si salta facilmente da un contenuto all’altro in pochi secondi, utilizzando diversi momenti della giornata. Leggere sulla carta stampata permette maggiore concentrazione, linearità di riflessione, meno distrazioni, mentre online si tratta di lettura, come definiscono i tecnici della comunicazione, multitasking, cioè con più orientamenti (input) in contemporanea.

E’ stato recentemente pubblicato uno studio dall’International Journal of Press/Politics (pochi mezzi di comunicazione ne hanno parlato!) che ha interessato diciassette nazioni europee e coinvolto quasi trentamila persone. Diciotto ricercatori hanno individuato cinque profili di possibili fruitori di notizie, per stabilire chi è meglio informato e quali sono gli strumenti che informano meglio: quelli tradizionali, cioè la radio, la televisione e i giornali, o quelli del variegato mondo del digitale? Il primo gruppo è formato da coloro che consumano raramente notizie e utilizzano pochissimo qualsiasi mezzo di comunicazione. Del secondo gruppo fanno parte i cosiddetti “tradizionalisti”, cioè i lettori dei giornali e quelli che seguono i programmi informativi della televisione o della radio; da quanto emerge dalla ricerca, sono mediamente più anziani, ma anche più istruiti. Seguono gli “utilizzatori di notizie sui social”, convinti che potranno essere informati tranquillamente su quelle piattaforme, per cui non è necessario l’utilizzo dei giornali o dei mezzi tradizionali. Ci sono poi i “cercatori di notizie online” e infine gli “iperattivi”, cioè i super consumatori di notizie, i quali hanno massima fiducia nei media, tendono a utilizzare più siti di informazione, hanno un buon livello di istruzione e sono i più scettici nei confronti degli strumenti tradizionali.

Secondo la ricerca, solo due profili di utenti sono risultati correttamente informati e cioè i tradizionalisti e i cercatori di notizie online. Ma la vera sorpresa è che le persone meglio informate in assoluto sono quelle che seguono i media tradizionali (giornali, radio, tv). Per quanto riguarda i “super consumatori di notizie”, il sovraccarico di notizie informative a cui si sottopongono, finisce per confonderli più che informarli correttamente.

Per quanto riguarda l’Italia, il profilo di utente più diffuso risulterebbe essere al primo posto coloro che cercano notizie online, seguono coloro che si informano solo sui social, quindi i super consumatori di notizie, poi i tradizionalisti e infine i “minimalisti”. Lo studio dimostra, quindi, che non conta quanto ci informiamo, ma la qualità della fonte che scegliamo e, comunque, nonostante tutto, i meglio informati sono quelli che leggono i giornali. A quanto pare non c’è nulla di più innovativo che tornare al tradizionale!